Chi non ha visto un geco arrampicarsi su una parete o sostare a testa in giù sul soffitto? La leggenda vuole che questo piccolo animale abbia simili superpoteri grazie a delle ventose che si appiccicano alle superfici e gli permettono di non scivolare. La verità però è un’altra.

Gli scienziati hanno infatti scoperto che sotto le zampe hanno microscopici peletti, chiamati setae, larghi 0,2 micrometri, suddivisi in centinaia di ramificazioni. (In un millimetro quadrato se ne trovano più di quattordicimila!)

Questi peletti permettono loro di muoversi grazie alle forze di van der Waals, all’attrazione e alla repulsione tra le molecole.

Niente ventose, quindi, ma ci sono delle somiglianze nel modo in cui avviene il movimento di questi animali: basta cambiare l’inclinazione delle setae per fare un passo. Proprio come quando una ventosa viene inclinata per far penetrare l’aria e staccarla da una superficie.

Dal mondo animale e dalla natura in generale prendiamo spunto per rendere sempre più performanti le nostre tecnologie. Ecco perché gli studi sui gechi oltre a dare un boost alla ricerca sui materiali adesivi basati sull’aderenza, stanno dando nuova linfa alla progettazione di robot in grado di muoversi a testa in giù e verticalmente sulle superfici. Uno degli studi della NASA è proprio relativo a dei robot-gechi per effettuare riparazioni sulla Stazione Spaziale internazionale.

Quando si dice volare alto.

www.vuototecnica.net

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.