L’idea che più vuoto significhi sempre una presa migliore continua a circolare in molti ambienti produttivi, ma è uno di quei miti tecnici che vale la pena superare.

In realtà ogni applicazione ha un livello di depressione ideale e superarlo non porta alcun vantaggio: anzi, può deformare il prodotto, persino rallentare i cicli, perché il sistema impiega più tempo a raggiungere la soglia. Inoltre può aumentare inutilmente il consumo d’aria compressa e compromettere la durata e l’efficienza delle ventose, se lavorano fuori dal loro range ottimale.

Il vuoto non è una forza da spingere al massimo, ma una variabile da controllare. Per questo, nel catalogo Vuototecnica, tre famiglie di prodotti sono fondamentali per gestirlo con precisione:

  • i regolatori di vuoto: mantengono costante il valore impostato e impediscono picchi che renderebbero instabile la presa;
  • i vacuostati: monitorano il livello di depressione e determinano il momento esatto in cui afferrare o rilasciare un pezzo, garantendo sicurezza e ripetibilità;
  • le valvole di ritegno: isolano la linea quando necessario controllando il flusso di portata e stabilizzano l’impianto, evitando improvvise perdite di vuoto.

Quando questi elementi lavorano insieme, la depressione non è più un parametro generico ma uno strumento di precisione che si adatta alla forma, al materiale e alla sensibilità del prodotto movimentato.

Sfatare il mito del “più vuoto è meglio” significa riconoscere che la qualità della presa nasce dal controllo, non dall’eccesso, e che una gestione accurata del vuoto è ciò che distingue un impianto che funziona da uno che lavora davvero bene.

Per conoscere le caratteristiche dei vacuostati, delle valvole e dei regolatori di vuoto Vuototecnica è possibile scaricare il catalogo Vacuum Solutions su www.vuototecnica.net.

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