C’è un filo sottile che lega la storia di un’impresa a quella del suo fondatore, e nel caso di Vuototecnica questo filo si intreccia con una vita intera fatta di passione, coraggio e concretezza.
Una storia raccontata nel libro Echi e ricordi di un cuore che non ha mai battuto a vuoto, il racconto autobiografico di Giuliano Bosi, presentato in occasione della festa dei cinquant’anni di attività dell’azienda. Ma è anche qualcosa di più: un testimone ideale passato di mano in mano, da chi ha costruito con le proprie idee e con le proprie mani a chi porterà avanti quel patrimonio umano e tecnico nel futuro.

Nelle pagine di questo volume, raccolte e tradotte in scrittura da Marco Sorelli, l’infanzia nella campagna emiliana si intreccia con la nascita di un talento imprenditoriale capace di trasformare la curiosità di un bambino che costruiva i suoi giocattoli nel desiderio adulto di dare forma alle idee.

Dalla casa colonica “La Veronesa”, senza elettricità né acqua corrente, fino alla fondazione di Vuototecnica e alla creazione di un catalogo di oltre mille pagine e tremila prodotti, il percorso di Giuliano Bosi attraversa mezzo secolo di storia italiana, dall’Italia rurale al boom industriale.

Nel luglio del 1975, insieme alla moglie Nadia, fondò la società Vuototecnica, una ditta artigiana che avrebbe dato il via a una nuova stagione per la tecnologia del vuoto. Aveva appena inventato un nuovo tipo di elettrovalvola per il vuoto, molto performante e innovativa, e ne aveva ottenuto il brevetto: la denominò DDN 25, dalle iniziali dei figli e della moglie, Daniela, Davide e Nadia.

«Era nostra intenzione», ricorda nel libro, «sfruttare questa invenzione insieme ad altri componenti per il vuoto, in un mercato che allora era ancora tutto da costruire». Aveva trentun anni.
Da quell’unione di ingegno, fiducia e visione sarebbe nata un’azienda destinata a diventare un punto di riferimento internazionale.
«Ho scritto queste pagine con la consapevolezza che ogni passo alle mie spalle ha lasciato un’orma, ma anche un seme», scrive Bosi. «Nulla è mai veramente “a vuoto” quando ogni scelta, ogni silenzio, ogni attesa trova la sua eco nel tempo, nelle persone amate, nei frutti lasciati».

Semi che continuano a germogliare nelle persone che ogni giorno contribuiscono a far crescere Vuototecnica e chi si affida alla sua esperienza.