A Bergen, città norvegese dal cuore medievale, la gestione dei rifiuti passa sotto terra. Sotto le strade e le case in legno del centro storico scorre infatti una rete di tubi pneumatici che risucchia la spazzatura.

Non è fantascienza, ma il frutto di un progetto che ha rivoluzionato il modo di pensare la raccolta differenziata in ambito urbano. Non si vedono cassonetti né si sentono i motori dei camion della nettezza urbana: al loro posto, sportelli intelligenti si aprono solo quando pieni e inviano il contenuto a un centro di raccolta centralizzato, grazie al vuoto.

Il risultato? Meno traffico, meno inquinamento, meno insetti e topi, meno incendi, nessun odore sgradevole. Inoltre il sistema riduce i percorsi dei mezzi di raccolta, tagliando costi ed emissioni.

Nonostante le sfide tecniche di inserire una simile infrastruttura sotto strade storiche, Bergen ha deciso di investire oltre 100 milioni di euro per portare avanti il progetto.

L’uso di badge identificativi per ogni cittadino ha permesso di introdurre un sistema pay-as-you-throw: chi differenzia, non paga; chi butta troppo nell’indifferenziata, versa una piccola tariffa a ogni passaggio.

E Bergen non è sola: nel mondo oltre 200 città stanno sperimentando sistemi simili. Nella maggior parte dei casi, però, il vuoto viene impiegato solo in contesti nuovi, quartieri di recente costruzione o aree pianificate da zero. Poche, come Bergen, hanno osato affrontare le complessità tecniche e urbanistiche di un centro storico.

Un gesto audace, che mostra come il vuoto non sia solo una soluzione funzionale ex novo, ma anche un potente alleato nella transizione ecologica. In tutti i contesti in cui è stato adottato, si è rivelato uno strumento di consapevolezza ambientale: il cuore invisibile di città più intelligenti, più ordinate e più vivibili.

www.vuototecnica.net

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