Quando si parla di ‘intelligenza’ applicata all’industria, il pensiero corre subito all’Intelligenza Artificiale. Ma chi lavora con il vuoto sa che questo sistema, per sua natura, è sempre stato intelligente.

I sistemi di presa a vuoto, infatti, non si limitano ad afferrare oggetti. Da tempo sono capaci di adattarsi alle forme, compensare disallineamenti, comunicare con l’automazione e, in certi casi, prevenire errori ancor prima che si manifestino. È una forma di intelligenza tecnica, pratica, radicata nell’esperienza sulle linee di produzione e di imballaggio.

Il vuoto negli anni si è evoluto e arricchito grazie alla digitalizzazione e altre tecnologie, tanto che oggi i sistemi di presa Vuototecnica integrano sensoristica avanzata, funzioni automatiche di risparmio energetico e componenti autoregolanti, che si adattano alle condizioni operative senza bisogno di intervento umano.

Se il futuro è già qui – e senz’altro parla il linguaggio dell’IA, tra algoritmi di machine learning che ottimizzano i parametri di presa riconoscendo pattern nei dati operativi, sistemi di visione integrati che rilevano posizione, forma e qualità dell’oggetto da afferrare, aumentando la precisione e manutenzione predittiva, con l’analisi continua dei cicli di lavoro e dei microdati – in un’epoca in cui si punta tutto sull’intelligenza artificiale, non bisogna dimenticare che il vuoto ha sempre lavorato con l’intelligenza funzionale, quella che nasce dalla comprensione profonda delle esigenze reali dell’industria.

Proprio per questo, oggi più che mai, si dimostra il sostegno perfetto per costruire soluzioni davvero smart.

Per conoscere la realtà di Vuototecnica, visitate il sito: www.vuototecnica.net

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