Nel nostro lavoro ci confrontiamo ogni giorno con il vuoto: lo generiamo, lo controlliamo, lo rendiamo funzionale a processi industriali che richiedono precisione e affidabilità. Ma c’è un vuoto che va ancora oltre: è quello che riguarda la struttura stessa dell’Universo.
Il fisico Guido Tonelli, già protagonista della scoperta del bosone di Higgs, ne parla nel suo ultimo libro L’eleganza del vuoto, in cui affronta una questione antica con strumenti moderni: essere o non essere?
Secondo Tonelli, la risposta a questa domanda viene proprio dalla fisica: essere è non essere. Il vuoto, come lo intendiamo oggi, non è un’assenza, ma un sistema estremamente attivo, dove tutto può prendere forma. È un concetto complesso ma, secondo Tonelli, si capisce in maniera intuitiva quando pensiamo al ‘silenzio’, che può essere sì l’assenza di suono, ma si può produrre anche sommando tra loro due onde sonore in opposizione di fase.
Allo stesso modo, il vuoto quantistico ospita continue fluttuazioni: particelle che appaiono e scompaiono, energia che pulsa invisibile ma reale. Lo stato di vuoto sono i campi che sono portati allo stato fondamentale, cioè hanno energia nulla.
E proprio da uno stato di vuoto, secondo le teorie più accreditate, nasce il nostro Universo. Le misure più recenti indicano che l’energia complessiva del cosmo è pari a zero: la materia porta energia positiva, la gravità energia negativa. Il loro bilanciamento perfetto spiega come qualcosa – il Tutto – possa emergere da ciò che, in apparenza, era niente.
Non si tratta solo delle origini del nostro mondo. Anche oggi, l’Universo si espande e si evolve in un vuoto attivo: 200 miliardi di galassie si muovono in uno spazio che vibra, emette onde gravitazionali, partecipa ai processi di formazione della materia. Il vuoto, quindi, non è un contenitore passivo, ma un elemento dinamico, essenziale, creativo.
Tonelli ci invita a guardare oltre la nostra idea istintiva di “niente”. Il vuoto è l’altra faccia della materia e senza di esso l’Universo – e tutto ciò che conosciamo – semplicemente non esisterebbe. Non è solo uno spazio tra le cose: è la condizione che rende possibile ogni cosa.
Il vuoto, insomma, non è mancanza. È la forma più pura di potenzialità. www.vuototecnica.net