L’dea di un bazooka a vuoto potrebbe sembrare uscita da un film di fantascienza, e in effetti ha anche un lato divertente, visto che si può riprodurre in casa. Eppure, è un dispositivo scientificamente utile, basato su un principio fisico semplice ma efficace: la differenza di pressione atmosferica.

Proposto per la prima volta nel 2001 da Neil A. Downie, il bazooka a vuoto viene impiegato soprattutto in ambito didattico e sperimentale.

Il suo funzionamento è ingegnoso ma essenziale: si tratta di un tubo in cui una pompa a vuoto (spesso un normale aspirapolvere) riduce la pressione davanti al proiettile. A quel punto, l’aria esterna, spingendo sul retro, lo accelera lungo il tubo, facendogli raggiungere velocità sorprendenti.

La struttura è piuttosto semplice: un tubo dritto viene chiuso alle estremità da un disco di rottura in alluminio (di solito 2-4 strati) e dal proiettile stesso. Un raccordo, vicino alla bocca di uscita, permette di creare il vuoto. Quando il proiettile viene rilasciato, la pressione atmosferica lo spinge con forza in avanti, facendogli sfondare il disco di rottura, per poi proseguire a grande velocità.

Un proiettile sparato con una bazooka a vuoto può raggiungere circa 1.050 km/h, anche se il dato può variare in base alla configurazione e ai materiali utilizzati. È interessante notare che la velocità massima teorica è indipendente dalla massa del proiettile o dal diametro della canna.

Questo dispositivo molto utile viene utilizzato soprattutto per dimostrare i principi della fisica del vuoto e della dinamica dei fluidi (niente a che fare con la corsa agli armamenti di cui sentiamo continuamente parlare in questi giorni, per fortuna!)

Se siete appassionati di tecnologia del vuoto, esperimenti scientifici e innovazioni, continuate a seguirci su Vacuum Daily per scoprire nuove applicazioni di questa forza invisibile ma potente!

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